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<< Indietro - Home - Calcio d'angolo - 28 Ottobre 2017 alle 09:11

Quel 28 ottobre del 1979

La mattina del 28 ottobre ci alziamo in una Roma dai toni invernali, il cielo è plumbeo. Ci incontriamo all’angolo tra le nostre due abitazioni verso le 10:30. Due autobus per arrivare allo stadio. Arriviamo alla fermata, ci siamo solo noi. La bandiera è in uno zaino. Si vede solo l’asta. Sull’autobus poche persone parlano tra loro, tutte prese dalla loro quotidianità, noi  soli con la mente all’imminente sfida stracittadina.

L’altra linea, quella con il capolinea nei pressi dello Stadio Olimpico, dovrebbe essere più frequentata: infatti siamo in tanti. Si vede qualche sciarpa, ma nessun coro, nessun gruppo di tifosi organizzati.

L’autobus ci lascia lungo il fiume Tevere,Audemars Piguet Replica dobbiamo attraversare uno dei ponti che porta allo stadio per raggiungere la Curva Nord. L’aria fuori è stranamente cupa, il cielo sempre più grigio e non si vedono persone passare con sciarpe o bandiere. E’ vero che mancano ancora quasi tre ore all’inizio della contesa ma, generalmente, nelle partite di cartello lo stadio si riempie molto prima e il via vai di tifosi con sciarpe e bandiere è cosa usuale. Ma, tant’è, fuori lo stadio la gente passa velocemente assorta nei suoi pensieri. Lentamente raggiungiamo i cancelli che immettono verso la Curva Nord. Finalmente entriamo, ma il clima non cambia.

All’interno della Curva pochi tifosi della Lazio, notiamo subito il grande striscione degli Eagles’ Supporters e quello più piccolo dei Viking. Tutti i giovani tifosi sono indaffarati, chi nel preparare coriandoli di carta, chi nell’esporre striscioni e bandiere. Il settore degli Ultras sembra un alveare composto da tante api che lavorano instancabilmente. Ogni tanto parte qualche coro, sporadico, il più delle volte rivolto contro i nostri cugini, posizionati nella curva di fronte alla nostra. La tensione è palpabile, aleggia nell’aria uno strano clima.

C’è da organizzare la scenografia, c’è da vincere il derby del tifo. Io mi reco nel grande parterre a bordo campo, quello che sarà tolto quando verrà ristrutturato lo stadio in previsione dei mondiali di calcio.

Scatto qualche foto, la vicinanza con gli striscioni mi permette di fare degli scatti migliori rispetto alla Tevere non numerata, dove, fino alla stagione precedente avevo visto le partite della Lazio con mio padre ed i suoi colleghi. La macchinetta è quello che è, una compatta anni settanta. Oggi un pezzo da museo ma, anche allora, quasi un cimelio della storia della fotografia.

Mentre ero intento a guardare il tifo biancoceleste,Richard Mille Replica Watches facendo i primi scatti, ai primi striscioni rivolti ai tifosi dell'altra curva il campo di calcio è attraversato da strani razzi rossi provenienti dalla curva dove sono posizionati i tifosi della Roma. Uno finisce in mezzo al terreno di gioco, uno supera addirittura la Curva Nord, un altro, invece, la centra.

Giorgio Acerbis